Chi Era Cecco d'Ascoli?
Lo Scrittore, Eretico e Scienziato
Cecco d’Ascoli è una figura complessa: scienziato e poeta, eretico per la Chiesa, libero pensatore per altri.
La sua opera "L’Acerba" è un documento straordinario della curiosità intellettuale del Medioevo e del conflitto tra scienza e fede.
Francesco degli Stabili, conosciuto anche come Cecco d’Ascoli (Ascoli Piceno 1257; Firenze 1327), fu un medico, astrologo, poeta e docente universitario.
Studiò a Bologna e divenne noto per la sua conoscenza dell’astrologia e delle scienze naturali. Fu nominato lettore di astrologia presso l’Università di Bologna, incarico raro e prestigioso per l’epoca.
La sua vita fu però segnata da forti contrasti con la Chiesa e con altri intellettuali del tempo, come Guido Cavalcanti e Dante Alighieri, con cui avrebbe avuto un contrasto ideologico.
Le sue posizioni filosofiche e scientifiche, gli valsero l’accusa di eresia. Dopo un primo processo e condanna nel 1324, fu nuovamente processato a Firenze nel 1327, e questa volta condannato al rogo.
La sua opera principale fu “L’Acerba” (inizialmente intitolata Acerba etas, cioè "età acerba" dell’uomo) è un’opera enciclopedica in versi (sesta rima: 6 versi endecasillabi con rima ABABCC) e si propone di raccontare tutto il sapere del mondo, secondo la mentalità medievale.
L’opera doveva essere divisa in 5 libri, ma Cecco completò solo 4 libri e parte del quinto, perché venne giustiziato prima.
I libri:
Libro I – Astronomia e astrologia
Parla dei corpi celesti, delle influenze astrali sugli uomini e del destino, secondo i principi dell’astrologia medievale.
Libro II – Meteorologia e scienze naturali
Tratta fenomeni atmosferici, geologici, e questioni scientifiche (spesso con un’interpretazione simbolica).
Libro III – Zoologia e mondo animale
Descrive animali reali e mitici, spesso usati come allegorie morali o cosmiche.
Libro IV – Morale e filosofia pratica
Un insieme di riflessioni su etica, comportamento umano, virtù e vizi.
Libro V – Teologia e cosmologia (incompiuto)
Avrebbe dovuto affrontare temi più profondi sull’anima, Dio e l’aldilà.
Nel Medioevo, lo studio delle scienze naturali e dell’astrologia poteva facilmente entrare in contrasto con la dottrina cristiana, specialmente se sfociava in predeterminismo (cioè l’idea che tutto sia deciso dalle stelle).
Cecco, che univa astrologia, medicina e filosofia, e che criticava apertamente alcuni dogmi religiosi, fu considerato sospetto. Quindi subì due processi e una condanna a morte.
I processi:
Primo processo (Bologna, 1324)
Fu accusato di pratiche astrologiche e magiche.
Condannato, ma si salvò pagando una multa e abbandonando l’insegnamento.
Secondo processo (Firenze, 1327)
Continuò a scrivere e insegnare, attirando nuovi sospetti.
L’inquisizione lo condannò come eretico relapso (cioè ricaduto nell’errore). Fu bruciato vivo in piazza, vicino alla Basilica di Santa Croce, il 16 settembre 1327.
I contrasti con Dante e la Chiesa:
Secondo alcuni, Cecco avrebbe criticato Dante e la sua “Divina Commedia” per l’uso scorretto dell’astrologia.
Anche Dante, nel Paradiso, condanna l’astrologia deterministica, quindi i due erano in disaccordo ideologico.
La sua condanna al rogo riflette le tensioni tra libero pensiero e ortodossia religiosa nel Trecento, ma la sua opera influenzò successivamente studiosi e poeti, e "L’Acerba" è considerata un esempio significativo di poesia scientifica medievale e una ricca eredità lasciata alla letteratura medievale italiana.
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Se si, parliamone a lezione!